In seguito all’epidemia di COVID-19 il decreto legge “Cura Italia” del 17 marzo 2020 ha previsto che il pagamento del contributo unificato nonché l’anticipazione forfettaria, collegati al deposito degli atti con modalità telematiche, debbano essere assolti con sistemi telematici di pagamento anche tramite la piattaforma tecnologica di cui all’art. 5, c. 2, del d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82.

Per il settore civile la piattaforma da utilizzare è raggiungibile tramite il Portale dei Servizi Telematici (pst.giustizia.it).

Nell’area dedicata, si potrà entrare con le proprie credenziali e con la propria firma digitale ed effettuare il pagamento.

Tuttavia, la Suprema Corte con la recente ordinanza n. 5372/2020, conformandosi all’interpretazione effettuata dal Ministero della Giustizia, con nota del 4 settembre 2017, n. 164259, ha sancito che l’atto telematico non è irricevibile in caso di irregolarità fiscali, rendendo di fatto possibile l’iscrizione a ruolo telematica in questo periodo transitorio, pagando il contributo unificato con strumenti tradizionali.

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